Emma è il mio unico e grande amore, farla felice è lo scopo delle mie giornate, ma anche se le sono accanto ogni momento non ho mai pace, perché lei non conosce la prudenza e non sa quante insidie rechi la vita.
È così leggera, la mia amata, come una bambolina di pezza o una figurina di carta. Adoro vederla volteggiare così armoniosa. Mi coglie l’ansia, però. E se una folata di vento improvvisa la sollevasse e la portasse via? Potrei non riuscire a trattenerla. Immagino la finestra che si spalanca e una corrente improvvisa la travolge. Le corro accanto, tento di afferrarla ma niente, mi sguscia tra le mani e vola via. Non posso che seguirla con lo sguardo. Sarei mai capace di ritrovarla?
Quanti pensieri mi dà, la mia adorata Emma! Ogni tanto, nel suo continuo girovagare per casa, si muove troppo velocemente. Avverto il fruscio del suo vestito che si fa più intenso e subito mi danno, prendo a seguire i suoi passetti corti e rapidi e le dico non correre, è pericoloso, ti prego, rallenta, ma lei non mi ascolta e continua il suo moto incauto. Ho paura che un giorno, fragile com’è, cada e vada in pezzi e io non riuscirò a ricomporla.
E poi tremo per la sua pelle, che è soffice e rosea, ma così delicata che anche la carezza più leggera la segna. Io le preparo bagni con miele, panna montata e petali di rosa e poi l’asciugo sfiorandola appena con panni di ciniglia ma anche il tocco più delicato può scalfire la sua superficie morbida. Non c’è cura premurosa che riesca a proteggerla.
E quel torrente di parole, il suo vociare continuo, certo non le reca beneficio. Perché la mia amata Emma parla molto, parla troppo, e il tono non dovrebbe essere così alto. Temo che insieme alla voce le escano dalla bocca brandelli di anima, insieme a sbuffi di fiato, e che alla fine possa sputar via anche ciò che è dentro di lei, e poi ciò che è fuori. Un giorno mi stupirò del suo improvviso silenzio, mi girerò a guardarla e troverò solo un mucchietto di vestiti.
Per quanto mi affanni, il mio cruccio è continuo. È per questo che le ho costruito la grata. È di acciaio scintillante e tutti i giorni infilo fiori freschi tra le sue maglie. Ho rivestito di morbida pelliccia la catena che le cinge la caviglia e il foulard che le copre la bocca è di seta profumata. Ecco, ora finalmente è ferma e silenziosa e io sono sereno: non può succederle nulla di male. Siamo finalmente felici.
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