Bzzz

Bzzz

Solo io e lo sfigato in prima fila non abbiamo la morosa, si tormenta Dario. Per questo lo disprezza, quasi quanto detesta Francesco, che lo prende in giro perché è grasso: “Ehi, cicciobomba!”. Dario vorrebbe essere l’Uomo Invisibile e aspetta solo di evadere dalla prigione delle medie. Non gli piace studiare, vuole iscriversi a una scuola professionale per andare subito a lavorare. Invece Pietro, il mio fratellone, ha fatto lo scientifico; lui però è uno bravo, adesso è all’università.
C’era stata una lite furibonda tra Pietro e il padre: “Ragiona! Che ci fai con una laurea in filosofia? Devi pensare al futuro! Economia, ingegneria, informatica: con quelle trovi lavoro”. Ma Pietro ha deciso di fare di testa sua, rinunciando solo a Bologna, perché non c’erano soldi per mantenerlo fuori casa. Fa il pendolare a Ca’ Foscari, a mezz’ora di treno da Treviso. È un grande! Così lo vede Dario.
Che bello! Posso stare a letto. Questo weekend niente papà, e mamma è a Vicenza al corso di yoga. Silvana, la madre di Dario, sceglie gli stage di yoga, mindfulness o meditazione quando il figlio è dal padre, che però ha 39 di febbre da due giorni. “Puoi tenere tu il piccolo questo fine settimana?” ha chiesto all’ex-moglie. Silvana era incerta se disdire lo stage, ma non è rimborsabile, e ha tanto bisogno di staccare e rilassarsi.
“Tranquilla, mamma” le ho detto, “c’è anche Pietro.”
“Ricordati di tirare fuori l’insalata di riso dal frigo mezz’ora prima di mangiare altrimenti è troppo fredda.”
“Va bene.”
“Se hai bisogno di qualcosa chiedi a tuo fratello o telefonami. Tengo il cellulare in vibrazione.”
“Mhm-mhm.”
“Domani mattina parto presto, ti chiamo alle due, nella pausa.”
Alle nove, Dario riceve un WhatsApp con una processione di faccine con occhi a cuoricino e faccine che danno bacetti: Ti voglio un sacco di bene. A Pietro ne è arrivato uno per ricordargli di stare attento al fratello.
Nel tepore del letto, Dario infila la mano nelle mutande. Pensa all’attrice del video porno. “Ne hai mai visto una, cicciobello?” l’ha punzecchiato Francesco cacciandogli il telefono sotto il naso. L’attrice lo prendeva in bocca da uno mentre un altro la scopava da dietro, e le tette le ballonzolavano come due campane. Dario trattiene il fiato per non essere sentito. Devo stare attento a non sporcare ancora le lenzuola, pensa. Solo quando eiacula nel fazzolettino di carta inspira profondamente due o tre volte, boccheggiando in silenzio. Oh, no! Anche stavolta mi tocca lavare le macchie e stare a letto con le mutande bagnate finché non si asciugano.
In corriera, per la gita scolastica dell’anno prima, Dario ha parlato, e riso, con una ragazza di un’altra classe. Quando si è sporta sopra il sedile, la camicetta aperta gli ha svelato il pizzo del reggiseno e la delicata infossatura al centro del petto. La sera, a letto, ha rivissuto la scena, ma non si è proiettato in testa un porno come fa di solito per masturbarsi. Gli sarebbe sembrato strano.
Non l’ha più vista a settembre. Avrà cambiato scuola, si è detto Dario, peccato.
Mentre sta sgranocchiando un Mars prima dell’insalata di riso, Pietro arriva in cucina. Saluta con un cenno della testa, i capelli gli scendono sugli occhi. Riempie due ciotole di riso e prende forchette, carta da cucina e birre. Allora c’è Miriam in camera!, pensa Dario. Pietro ha messo su Mary Wasn’t a Virgin dei Porn Exorcism. Sostiene che la musica vada ascoltata ad alto volume, non in cuffia, forse pensa che riesca a coprire i sospiri trattenuti e gli scricchiolii a due tempi del letto. Dopo il sesso, lui e Miriam escono sempre con indifferenza dalla camera, come se i muri sottili e la porta di legno li isolassero in una bolla insonorizzata. Spingo la carta del Mars in fondo al sacchetto del vetro e della plastica così mamma non la vede.
Dario sta facendo i compiti di matematica. Boh… non ci capisco una sega. Si distrae pensando al video dove l’attrice se la fa leccare da uno, quando sente un bzzz proveniente dalla camera di Pietro, e risatine imbarazzate di Miriam. Il ronzio si alza e si abbassa come un’onda e, anche se la musica è pompata, lo percepisce distintamente in sottofondo. Pietro sta sussurrando parole che sembrano carezze, Miriam risponde con mugolii lamentosi.
Bzzz.
È un vibratore! Come nei porno! Nella mente di Dario, il pensiero schizza fuori come un pupazzo a molla dalla sua scatola. Il vibratore si addensa nella sua fantasia in un colossale pene di silicone, iperrealistico a parte la trasparenza gelatinosa, con vene serpeggianti in rilievo e un glande grosso come una pigna. È un boa scosso da brividi, fremiti e tremolii, bramato da ogni cavità femminile per raggiungere le più alte vette di umidi piaceri.
Bzzz.
Non riesce però a immaginare Miriam che fa sesso: è simpatica, ed è la ragazza di suo fratello.
Bzzz.
Cheffigata!
È eccitato, e nello stesso tempo orgoglioso. Che grande il fratellone! Così diverso dagli adulti che conosce.
“Ti piace?”
Miriam gli si è avvicinata, guardandolo con un sorriso. Dario alza la testa dal libro di matematica che fissa con ostentazione da quando ha sentito aprirsi la porta della camera.
“Allora ti piace?” ripete Miriam, girando la testa per mostrargli la nuca. Invece della lunga chioma color miele c’è il pallido cuoio capelluto di un cranio rasato da cui germoglia una piccola cresta punk solidificata dal gel.
Dario lascia cadere la mascella in un O silenzioso.
“Dovresti vedere che faccia hai!” gli dice Miriam, mettendosi a ridere.
Pietro gli fa l’occhiolino. Ha in mano il tagliacapelli elettrico, grande come un grosso sigaro o un piccolo vibratore, che accende per fargli vedere come funziona.
Bzzz.

Copertina originale di Lavinia Buffa

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