Presentazione libro Paolo Pergolari

Imperfette Armonie 2 ovvero un grande piccolo protagonista, un titolo ossimoro e una vita metafora

Salve a tutti!
Come anticipato nell’articolo precedente corredato di intervista all’autore Paolo Pergolari, il 18 ottobre, presso la libreria-caffetteria Libri Parlanti, si è tenuta la presentazione del suo ultimo romanzo, Imperfette Armonie, dove, insieme allo scrittore, hanno preso parte Maria Grazia Virgilio e Monica Fanicchi, titolari della libreria, il critico d’arte Andrea Baffoni ed io in veste di “conduttrice”.
L’evento si è svolto in un contesto piacevole, complice l’ambiente accogliente della libreria, e, dopo una bella lettura introduttiva di Maria Grazia, che ci ha condotti all’interno dell’opera, abbiamo approfondito, con la partecipazione dei convenuti, la conoscenza di Paolo, ma, soprattutto, del romanzo. Belli e arricchenti gli interventi di Andrea, che ha fornito interessanti spunti di riflessione sul rapporto tra arti figurative e letteratura e viceversa e su concetti quali bellezza e verità, parlandoci della percezione da lui avuta durante la lettura del testo.
Un’esperienza soddisfacente che spero di ripetere!
Dopo questa introduzione, che voleva essere breve (purtroppo l’entusiasmo ha presto il sopravvento! XD), vi parlo oggi, come premesso in occasione dell’intervista, più approfonditamente del libro, lasciandovi una scheda informativa e le mie note di lettura.

Scheda
Titolo: Imperfette Armonie
Pubblicato da: Francesco Tozzuolo Editore
Anno: 2018
Pagine: 357, Brossura
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Trama:
“La prima cosa che notai, quando arrivai al Circo, fu che aveva lo stesso odore della stalla di mio padre. Non potevo confessarlo a nessuno, naturalmente, perché nessuno m’avrebbe capito in quella babilonia zeppa di cristiani di tutte le nazionalità, che stavano lì come per un convegno; comunque mi sentii meno solo, meno spaventato e lontano, a vent’anni di età e due giorni di distanza dalla mia città e dalla mia casa…”.
Così inizia la storia di “un piccolo come un piccolo” dallo scarso futuro e dall’incerto presente il quale, abituato a nascondersi e a non andare d’accordo con il mondo, riesce a prendere coscienza del suo essere e con coraggio e volontà inizia ad affrontare la vita. E la forza necessaria per sopportare “i mari rischiosi di una solitudine assordante e rumorosa come un tumulto”, o la pesante e caotica realtà quotidiana, gli viene dal Circo e dai personaggi che abitano nel Circo. Ecco quindi, nel dipanarsi delle vicende narrate, apparire clown, domatori, volanti, ballerine e gli animali che si elevano, essi stessi, al ruolo di protagonisti.
Il romanzo propone un autentico e raro quadro del Circo visto dal di dentro usando i colori della fantasia e della realtà, delle certezze e dei sogni e, nell’insieme, tratteggia un originale campionario di situazioni che vanno dalla sessualità angelica all’erotismo più terreno, dal saper vivere all’essere costretti a vivere in un contesto in cui il tragico e il comico sono separati da una sottilissima linea, sono le due facce di un’unica medaglia.

Le mie note:
“La conoscenza della natura umana è la base principale di ogni successo… Così mi diceva Enrichetto e aggiungeva che anche il mondo è come un grande Circo dove ognuno si è scelto la sua parte…”
Imperfette Armonie

Premetto che ho conosciuto Cucciolo tempo addietro in una diversa veste. Sulla spider, realizzata apposta per lui, gironzolava per le spiagge fiero e baldanzoso; mi si è accostato, perché un artista è sempre un artista, anche fuori dal palco, e subito capisce se chi incontra è pronto ad ascoltare una bella storia. Io lo ero, pronta ad ascoltare, quindi si è fermato e ha iniziato a raccontare la sua storia e mi è parsa effettivamente bella. Così, quando l’ho rivisto, tirato a nuovo, tra le pagine di Imperfette Armonie, far capolino da questo ossimoro di titolo, non c’ho pensato due volte a sedermi al tavolo dell’osteria dal quale mi invitava a bere un bicchiere insieme a lui.
Allora ho capito che l’osteria non era affatto un’osteria. Sotto i miei occhi e dietro le spalle di Cucciolo, ha cominciato a diventare liquida, si è sciolta, e dall’acquerello che era stata, sono emerse le tinte decise e forti del Circo, sono esplosi i suoi colori, le luci dei riflettori, i suoi rumori e suoni e, persino, la sua puzza.
“Signor Cucciolo” ho detto “voglia perdonarmi, ma non sono una grande fan del Circo…”
E allora lui, sorridendo sornione e porgendomi la mano, da artista qual era mi ha detto: “Il Circo come te lo mostrerò io, tu non l’hai mai visto…”
Così l’ho seguito lungo la strada, sbucata dinanzi a noi, oltre il limite che era stato il muro dell’osteria, fino all’inconfondibile tendone, e lì lui “piccolo come un piccolo” ha lasciato la mia mano, ha indossato il suo abito di scena più bello, si è voltato verso di me, e io l’ho visto che non era affatto un “piccolo come un piccolo” ma, anzi, grande più grande di un grande, ha sollevato la tenda d’ingresso, inchinandosi, mi ha invitata a entrare e, con un’espressione enigmatica in volto, serio ha detto: “ Che inizi lo spettacolo!”
E lo spettacolo è iniziato.
Cucciolo è un ossimoro egli stesso per certi versi: un grande piccolo, vivo, reale, vero (o, se preferite, vivo reale vero! XD). A tratti amabile, a tratti insopportabile e odioso, è uscito più volte dalle pagine del libro per raccontarmi di persona le vicende narrate. Come io, del resto, sono entrata svariate volte, trasformata in una macchia di inchiostro inquieta, tra quelle stesse pagine per cantargli l’Aida in merito ad alcuni suoi comportamenti che proprio non ho capito! XD
E il modo che Paolo ha di presentare e raccontare Cucciolo è, a mio avviso, un bel modo. “Una bella storia con bellezza di parole”, ci ha detto nell’intervista. E per me Imperfette Armonie è stato tutto questo.
La narrazione “avviene” in prima persona, si dipana dinanzi a noi in un “flusso di racconto”, cui a volte mi sono trovata proprio ad assistere, come se li vedessi i fatti descritti, che sembrano costruiti in maniera, oserei dire, quasi cinematografica. Sono, alcune scene narrate, scene da film, di quelli che ti lasciano a bocca aperta per la meraviglia che infondono al tuo sguardo.
E il Circo, con la sua presenza costante, egli stesso protagonista, diviene una metafora intensa e potente. Così come potente e intensa e, per certi versi metaforica, pare, alla fine, la vita del protagonista. Una bella esperienza di lettura. Che mi sento vivamente di consigliare.

Trovate i mie appunti di lettura su Imperfette Armonie anche in Goodreads!

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