Echi_Bellocchio

Echi- Raccontare dove va il mondo

La rubrica Echi – a cura di ItaliansBookitBetter – nasce da quel senso di malessere che il veloce scadere dei libri porta con sé. Esistono libri che hanno la colpa di essere pubblicati da mesi e cadono nel dimenticatoio, diventando invisibili, indipendentemente dal loro valore, solo in base al criterio del tempo che è passato. Il senso di Echi è quello di non permettere che accada, almeno per alcuni di loro, e far rivivere nella memoria libri vicini e distanti, ma mai passati.

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C’è una scrittrice che ha l’abitudine di arrivare prima sulle cose. Lo sta facendo in questi mesi parlando di ambiente e di crisi climatica coinvolgendo i più giovani, ascoltando e aprendo con loro un dialogo su come informarsi, sulle abitudini da cambiare e le proposte da diffondere. Un rapporto alla pari che vuole diventare comunità attiva. Si incontrano su instagram e telegram per rendere ancora più potente la loro voce. L’ha fatto qualche anno fa aprendo la rivista “Abbiamo le prove”. Storie vere di donne. Racconti di non fiction su
episodi all’apparenza insignificanti ma che sono rimasti nella memoria o hanno determinato periodi di vita. Prima del metoo dalle pagine di “Abbiamo le prove” alcune donne hanno scelto liberamente di raccontare di molestie, abusi, di schemi sociali sballati e malsane abitudini a cui la cultura patriarcale ci ha abituato. Nel 2015, prima che il New York Times si accorgesse della vivacità e del talento delle scrittrici italiane, ne ha riunite undici e con Utet ha pubblicato “Quello che hai amato”. Sto parlando di Violetta Bellocchio e della sua capacità di essere attenta a dove va il mondo e di svelarlo agli altri attraverso la scrittura. “Quello che hai amato” ospita undici storie di donne che si mettono in gioco parlando in prima persona e raccontando di quello che amano o hanno amato. L’amore come ampio spazio in cui far accomodare le cose per noi importanti. Il cambiamento personale a cui assistiamo giorno dopo giorno e la consapevolezza che alcuni lati del nostro carattere non ci abbandoneranno mai. Comune denominatore la libertà di raccontarsi.
La consapevolezza di una rinascita che passa attraverso una brillante Fiat bianca targata ME 619753. Ritrovarsi nella prima parola detta da un bambino. Camminare in una Napoli che riesce sempre ad indovinare esattamente come ti senti. Non avere posti da chiamare casa o averne tanti. L’amore che scivola tra le dita come fosse acqua. Imparare ad appartenere con la musica. La complicata relazione con se stessi. Le trappole dell’incomunicabilità. Le ossessioni, le paure, le difficoltà e le piccole rivelazioni che scandiscono il percorso verso la scoperta della propria identità. Ancora una volta Violetta Bellocchio anticipa i tempi e cura una raccolta di racconti per scardinare la fastidiosa questione della scrittura femminile. Lo fa scegliendo delle autrici di talento, curando minuziosamente l’editing e donando alla raccolta una coralità senza sacrificare le singole voci.

In “Quello che hai amato” undici scrittrici imparano a non chiedere permesso per poter dire io.

Nel libro sono presenti i racconti di Mari Accardi, Giuliana Altamura, Violetta Bellocchio, Serena Braida, Carolina Crespi, Claudia Durastanti, Raffaella R. Ferré, Flavia Gasparetti, Giusi Marchetta, Chiara Papaccio, Nadia Terranova.

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Violetta Bellocchio è nata a Milano il 4 settembre 1977. Ha scritto alcuni libri, tra cui “Foresta nera” (Chiarelettere), “Mi chiamo Sara, vuol dire principessa” (Marsilio editore),“Il corpo non dimentica” (Mondadori), “Sono io che me ne vado” (Mondadori). È stata una firma storica di “Rolling Stone Italia” e “Rivista Studio”. Collabora a “Link”, “Vanity Fair”, “il Tascabile” e “Not”. Ha fondato e curato per due anni la rivista online “Abbiamo le prove”, la prima in Italia dedicata alla sola nonfiction femminile, ed è stata editor dell’antologia “Quello che hai amato” (Utet 2015). I suoi racconti sono apparsi in numerose riviste e antologie, tra cui “L’età della febbre” (minimum fax 2015).

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