È tutta una messinscena. Come si dice, tu trova chi ci guadagna e…
Ora andiamo, ma sai cosa penso di tutta questa storia?
Ti dirò questo. E se parte del complotto fosse mettere in giro gente che dice di non credere ai complotti?
Comunque se io decidessi di costruirne uno, uno fatto bene, uno di quei complotti a prova di bomba, sai che farei? Una delle prime cose da fare?
Portare dalla mia chi inizia a pensare ecco, è un complotto! In maniera che rimangano spiazzati. Tu crederesti di più a un complotto perfetto, incontrovertibile, piuttosto che a uno con dei margini di dialogo? Ci hai mai fatto caso? Quelli ben architettati durano anni prima di essere smascherati, proprio perché si nutrono e nutrono gli altri di controteoria. Quella che sulle prime sembra la via maestra, l’ovvia antitesi a fronte di una tesi strampalata, la cosa più sensata al mondo, mi segui? Non senti come iniziano sempre a parlare quelli, gli anticomplottisti?
Te lo dico io, fanno una bella domanda retorica a cui si può ribattere, se vuoi sembrare sensato in quel momento, con l’ovvia risposta.
Esempi? Eccotene uno: crederai mica (mica si usa qui in Piemonte, sì, è un piemontesismo, rafforza l’idea che tu debba rispondere NO a questa domanda, ci puoi mettere un forse o un davvero, è l’intonazione che conta) che gli alieni siano davvero (davvero! Capisci? Cominci a capire?) sbarcati sulla Terra? E tu che vuoi sembrare sensato, sensatissimo, scuoterai la testa.
Crederai mica che JFK, John Fitzgerald Kennedy, l’amato presidente americano… ho mangiato al suo posto a Boston, nel posto che lui preferiva in un ristorante di pesce, ma questo non c’entra, sia stato realmente (ecco, l’utilizzo di realmente qui è davvero infingardo, qui tu dici realmente e l’avverbio dovrebbe rafforzare un’idea di realtà, che la cosa sia realmente successa così! Ma è tutta la domanda, come è posta, il problema) assassinato dalla Mafia? Eccetera, eccetera. Gran bel posto, abbiamo mangiato benissimo, tutto molto turistico, ma l’aragosta, non boiled, broiled, se ascolti me e passiamo da quelle parti te ne faccio assaggiare una broiled, era fantastica.
Non ne faccio una questione di come si girano le frasi, anche se quella è assolutamente (altro avverbio che se non metti un Sì o un No insieme vuol dire poco lo ammetto, sta tutto in come ti guardo mentre faccio la domanda… l’oralità ricordi? Prima viene quella e poi quell’altra se intendi) una parte della faccenda. Ma il nocciolo, il vero nocciolo dell’intera faccenda è se il complottista sia vero o falso. Quello vero per definizione è in malafede e chiede crederai mica… fino a qui è chiaro Il vero infingardo è il complottista falso. Quello è davvero un falso al quadrato. Hai mai provato a pensarci, al complottista falso, sì.
No, beh è ora che tu inizi a pensare anche a quello falso se vuoi imparare a vivere. Quello falso è quello che sembra la persona più pacata di questo mondo, cita numeri studi articoli libri, tutto a supporto della sua bella tesi che sia tutto un complotto e che la realtà dei fatti (la realtà… mi viene da piangere e ridere insieme …dei fatti!) è che non c’è nessun complotto, che diradata la cortina di fumo dei complottisti, la realtà (ah!) è lì bella pacifica che si automanifesta senza la minima necessità di essere travisata, messa in discussione.
La realtà è!
Sto bel cazzo dico io, scusami il termine, se fosse così la realtà sarebbe ancora che Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza, che la Terra è al centro dell’Universo, che… tutti complotti falsi.
Che la Terra è piatta… buon Dio! Bel complotto quello. Però sta’ attento, quello è un complotto vero. Ci hai mai pensato ai complottisti falsi? Non sto parlando del falso complottista, ma del complottista falso, sta’ attento! Quello che per mascherare la realtà dei fatti (cado sempre lì, scusa, ma anche io utilizzo queste frasi ed è perché ci manca la grammatica, la grammatica vera di queste questioni) dà tutte nozioni e numeri comprovati, mainstream, secondo i quali c’è più consenso e riconoscimento. Ma la ragione, caro te, non è democratica. Se uno dice una ragione e cento gli danno contro a torto, dove sta la ragione? Vale anche il contrario. Allora sto pensando che questa del COVID sia la messinscena di un complottista… scusa un secondo.
Sì, sì un po’ acciaccato.
Certo è qui con me e certo che sì, ha già mangiato.
No, non è niente, suggestione.
Sì, ora andiamo.
Ok. Ok.
No, Ok, un po’ insipida.
Sì, ora andiamo.
No, ti sto solo dicendo che le atre volte mi sembrava più saporita. Un po’… sì solo un po’.
È solo che sono suggestionabile.
La messinscena dicevo di un complottista falso che dà tutti i suoi bei numeri e come un pifferaio porta dalla sua tutti quanti i topi e allora quella diventa la realtà e tutto il resto sono complotti che cercano di tirare giù dal piedistallo quella verità. E io e te non possiamo più prendere il primo aereo e gustarci in santa pace una bella aragosta broiled nell’Oyster pub preferito da quella buonanima di JFK, John Fitzgerald il più grande presidente americano della storia, ucciso poveraccio da quei…
Come? Cos’è quello sguardo? Tu dovresti farti una tua opinione, come tutti, stare attento alla retorica delle frasi, delle domande, è ora, ma soprattutto ai ragionamenti troppo puliti, incontrovertibili, già, ma che ne sai tu?
Qua si tratta di far girare le rotelline che abbiamo in testa, così, più velocemente degli altri.
Pensiamo alla ristorazione, è un problema.
Insieme al terziario, ma ascolta, lo applicheremo anche lì. Se non sappiamo chi ha il virus è un problema, è IL PROBLEMA. Ma ascolta quello che ti dico. Cosa possiamo sapere in questi giorni (attenzione che di giorno in giorno la situazione cambia, dobbiamo essere veloci nel pensare e ultraveloci nel fare, altrimenti addio business)? Noi sappiamo chi è malato.
Sì, il tampone il tampone, va bene, ma guardiamo la clinica, i sintomi. Bene, tosse febbre e sintomi respiratori, ora come ora sei un COVID! Poi ci sono quelli che stanno male e hanno fatto il tampone ed è positivo e poi, sta’ attento, è un numero enorme, il 50% dei positivi, quelli che hanno il tampone positivo ma stanno bene, benissimo. Quelli devono stare in quarantena fiduciaria, sulla fiducia! Quarantena fiduciaria, che spettacolo! Poi li beccano in montagna o al mare. Comunque, fiducia per fiducia, io ti dico pensa a questi. Ora sono più di cinquantamila persone, guarda i dati, annusa l’aria. Sono un botto di gente.
Dove voglio arrivare? Allora, loro possono stare da soli in quarantena o, per paradosso stare con persone come loro, positive al tampone, ma asintomatiche, chi più chi meno.
Adesso ci arrivo, ecco dove voglio arrivare, facciamo una catena di locali per COVID+, COVID positivi. Mi vedo già l’insegna, se non facciamo in tempo a far preparare un’insegna (dobbiamo essere velocissimi ricordi? Magari fra un mese è tutto finito) mettiamo su un bel marchio viola, un coronavirus stilizzato colorato di viola, rosa shocking, quella roba lì. Aperto dalle 18 in poi, quando chiudono gli altri, ma tanto sono tutti chiusi, possiamo chiedere chi vuole associarsi a fronte di una percentuale, una specie di franchising.
Mentre tutti chiudono noi riapriamo! Che ne pensi?
Ti vedo possibilista, sapevo che con te si può parlare senza moralismi. Bravo, una catena di ristoranti, locali pub discoteche, tutto COVIDFREE. Occhio che FREE è interpretabile, ci ho già pensato, sono più per COVID+, ho già pensato a tutto io, è più diretto. Quando guarisci puoi addirittura continuare ad andarci. Pensa al turismo, hotel COVID+, attrazioni per COVID+, a Venezia entri soltanto con il tampone positivo. Non si lamentavano per il fatto che a Venezia non c’erano più residenti fissi? Meglio! Te la riempiamo noi di COVID+. Una bella gita, autista COVID+, turisti COVID+, quelli che stanno bene, per togliersi un po’ d’ansia. È un’idea!
Allora dammela tu l’idea, dammela tu roccia! Siamo qui io e te, non sappiamo se io sono positivo o negativo, giocano sull’incertezza della gente, devi soltanto essere più svelto degli altri, pensare veloce vecchio mio. Qui è tutto un work in progress amico, altroché se ci sto pensando.
Sì dai, andiamo o mi sbavi tutto il divano, ti porto dai! Bravo bello di papà, su, prendiamo il guinzaglio!
Cosa?
Oh?!
Ma certo, vieni qui bello, sì vuoi darmi un bacino!
Andiamo?
Andiamo!
D’altra parte pensi che le ditte farmaceutiche…
Copertina di Federico Salemi
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Paolo Battaglino nasce nel 1977, vive a Guarene. Lavora come Medico del Lavoro e al Toro Settore Giovanile (scudetto Primavera in bacheca!). Dj di Radio Europa 76, redattore di Carie. Ama scrivere racconti e collaborare con le riviste indipendenti.