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Più Libri Più Liberi: racconto di una giornata

Quest’anno abbiamo organizzato la nostra incursione alla Fiera della Piccola e Media Editoria come fosse una scalata o una gita fuori porta: zaino in spalla, biglietti in tasca, rifornimenti e vettovaglie per resistere fino a sera, guida degli stand in una mano, programma degli incontri nell’altra. Obiettivo: curiosare ovunque, dividendoci tra stand e presentazioni; giorno prescelto: 9 dicembre; orario prescelto: 10.00-20.00.

La full immersion letteraria è stata densa di emozioni, incontri e acquisti, e fissarne i momenti più significativi qui sul blog ha richiesto più tempo ed energie del previsto… la sintesi non ne ha giovato ma spero di aver reso l’idea del bombardamento di stimoli a cui ci siamo sottoposti!

Chi ben comincia…

Varcate le porte del nuovo tempio delle Fiere – tanto discusso quanto ammirato – ci siamo diretti con sicurezza allo stand dove era presente un autore che attendevamo da un po’. Mentre tergiversavamo, combattuti tra l’imbarazzo di tentare un approccio e la voglia di stringergli la mano, lo sguardo ci è caduto su un libro familiare… e di colpo il rammarico per aver mancato la presenza in Fiera di Valentina Orsini (una delle nostre ospiti di quest’anno) si è ridimensionato: il suo libro era lì ad attenderci, inaspettato quanto gradito. Nella foga di vedere tutto e tutti in quelle poche ore, non avevamo realizzato una semplice realtà: eravamo lì per conoscere Paolo Longarini – e il suo Brando – e l’editore è lo stesso di Madrepàtria, il libro di racconti di Valentina Orsini (Edizioni Efesto). Ovviamente, colpiti dalla coincidenza, non abbiamo potuto fare a meno di comprare entrambi, aprendo la strada a una lunga serie di acquisti.
Per chi non lo conoscesse, Paolo Longarini ha raggiunto una certa popolarità con la pagina Facebook “Servitevi da soli”, nata per sfogarsi dell’umanità varia incontrata lavorando in un grande negozio di elettrodomestici. Con il tempo la pagina è cambiata insieme a Paolo, diventando via via sempre più personale, ovvero un luogo in cui condividere i suoi sforzi nel cercare un nuovo lavoro e le sue vicende quotidiane (tanto che recentemente ha abbandonato il nome iniziale e preso quello dell’autore). Ciò che rende davvero interessante la pagina di Paolo è il suo sguardo sul mondo e il modo originale e ironico con cui riesce a raccontarlo. Per capire meglio cosa intendiamo vi suggeriamo di dargli un’occhiata.

Nel tempo che è rimasto a parlare con noi – un tempo incredibilmente lungo per uno che si vede arrivare due sconosciuti aggiornati su tutti i fatti suoi –, ci si sono palesate altre incredibili verità: lui è proprio come appare, ovvero semplice e ironico; è riuscito a imbarazzarsi molto più di noi; ci ha detto che gli era sembrato di conoscere il nostro blog, e quando gli abbiamo mostrato la pagina Facebook, ce l’ha confermato. E improvvisamente eravamo noi che gli stavamo parlando del nostro progetto!

Al di là di quest’ultimo inaspettato risvolto, siamo rimasti molto colpiti: il web è pieno di gente che scrive, che viene pubblicata e si sente chissà chi, che vende qualche copia e si monta la testa… lui invece sorrideva e non smetteva di ripetere quanto gli facesse piacere averci conosciuti. Incontrare la persona che sta dietro al personaggio ci ha trasmesso una sensazione molto piacevole… Ok, lo diciamo: siamo stati proprio contenti di conoscerlo!

Bottini di una prima esplorazione

Dopo una meritata puntatina allo stand di RW Edizioni, dove due volumi di “Sandman” di Neil Gaiman si sono aggiunti alla spedizione, ci siamo diretti dagli amici di Exòrma. Da anni conosciamo personalmente la loro talentuosa redattrice e impaginatrice Claudia Damiani, e nel corso del tempo lei ci ha fatto conoscere tutta la famiglia Exòrma, una casa editrice che nell’ultimo anno si è presa – a ragione – delle gran belle soddisfazioni (ad esempio il successo ottenuto nell’iniziativa “Modus Legendi” con Neve, cane, piede, tanto per citarne uno). E’ stata l’occasione per studiare da vicino le loro vecchie e nuove uscite (perché i libri #NonSonoYogurt e quindi non hanno data di scadenza): dovendo scegliere ci siamo portati a casa Neghentopia – ultima uscita di Matteo Meschiari, autore già pubblicato da Exòrma con Artico nero – e La donna che pensava di essere triste – che immaginiamo come una favola soave e senza tempo, scritta da Marita Bertolazzi. Di recente erano già caduti nelle nostre mani La balena di Piazza Savoia (di cui parleremo in seguito) e Dalla Corea del Sud. Tra neon e bandiere sciamaniche. Ma questa è un’altra storia.

Tra le Nuvole

Uno sguardo all’orologio ci ha fatti schizzare verso la sala Nuvola: la presentazione di Macerie prime di Zerocalcare stava per iniziare e neanche la lunga fila è riuscita a scoraggiarci.

L’intervento di Michele Reich ci ha dato qualche spunto interessante, anche rispetto alla scrittura. Si è soffermato sulle aspettative che lui sente nel lettore e su quanto possano essere condizionanti quando si è già un autore affermato; sul linguaggio del fumetto, che al contrario di quanto si possa pensare è complesso e necessità di allenamento per comprenderlo, perché secondo lui richiede uno sforzo maggiore; sul rapporto tra realtà e finzione, dal momento che spesso i suoi personaggi prendono spunto da persone reali, e su quanto la scrittura condizioni la loro vita e viceversa.

Finito l’incontro ci siamo goduti un po’ la tanto controversa Nuvola: ci sono entrata con diversi pregiudizi, ma alla fine ne ho subìto il fascino. Rispetto all’aver ospitato la Fiera, da visitatrice credo che il nuovo edificio abbia dato più respiro alla manifestazione: tra gli stand c’era più spazio per muoversi e siamo riusciti a vedere quasi sempre anche quelli con più persone intorno. Sarebbe interessante sapere quale sia stata l’impressione degli editori, ma a mio avviso questo è stato un considerevole miglioramento.

Con i piedi per terra

Dopo esserci rifocillati abbiamo ripreso il giro degli stand: seguendo l’ordine alfabetico dei codici assegnati, il primo a colpirci è stato quello di Black Coffee. Nell’indecisione non ci siamo portati a casa nulla, ma ho adocchiato – e segnato sulla lista dei desiderata – qualche titolo, tra cui Happy Hour di Mary Miller e L’ospite d’onore di Joy Williams (di recente ne è apparsa un’anteprima su Cattedrale). Piccola curiosità: mentre eravamo allo stand abbiamo sentito alcuni ragazzi parlare di quanto fossero bravi “quelli del Bestiario” (per chi non lo conoscesse, il Bestiario della cantina è un gruppo di lettura che si riunisce alla libreria Assaggi di Roma tutti i mercoledì) e la cosa ci ha fatti sorridere, pensando a quanto il mondo degli appassionati di letteratura, sia piccolo (abbiamo assistito a due loro serate e troviamo le loro scelte di lettura stimolanti e mai scontate).

Alle 14 e 30 è scattata l’ora della presentazione di La balena di Piazza Savoia di Exòrma edizioni: ci siamo conquistati un posto in sala ed è iniziato il viaggio stravagante che lega a doppio filo il cinema alla vita di un bambino. Anche in questa occasione, a dominare è stata la persona: un libro in cui è narrata l’esperienza dell’autore, volutamente non trasposta in romanzo, e un autore che chiama per nome il proprio editore (nello specifico “Orfeo”). Durante il firmacopie, abbiamo avuto la fortuna di conoscere anche il giovanissimo illustratore artefice della copertina, e l’incontro ci è valso un autografo con tanto di balena in quarta di copertina.

La lista della spesa

I nostri occhi hanno vagato a lungo tra gli stand, in preda a quell’esaltazione mistica che ci assale in libreria e in pochi altri luoghi, passando al setaccio centinaia di copertina ed editori. Ne cito solo alcuni, entrati a pieno titolo nella mia futura lista della spesa del 2018: 66thand2nd con Non dite che non abbiamo niente di Madeleine Thien, Voland con alcuni titoli di Amélie Nothomb (letto di recente Biografia della fame, anche lui meriterebbe uno spazio di riflessione più ampio), Marcos y Marcos con il tanto sospirato Tutto in ordine e al suo posto di Brian Friel e diversi titoli della Toews (oltre alla loro recente edizione di Memorie di un giovane medico di Bulgakov che però non mi è sembrato di vedere in Fiera), Safarà editore, con il cofanetto della quadrilogia di Lanark in bella vista (i nostri due Marco ringraziano l’articoletto di Vanni Santoni su La Lettura della scorsa estate, per averci aperto una porta sul mondo di Alasdair Gray, altrimenti sconosciuto).

Ce l’ho, ce l’ho, mi manca

Poi ci sono i libri che ci siamo effettivamente accaparrati. Nella doverosa sosta allo stand di Racconti edizioni avremmo anche potuto allungare una mano e cogliere ad occhi chiusi, sarebbe stata una buona pescata, ma dovendo scegliere ci siamo portati a casa Birra scura e cipolle dolci di John Cheever. Quando il ragazzo del loro stand – gentilissimo – ci ha chiesto se conoscessimo la casa editrice, abbiamo annuito con orgoglio: è da un po’ che seguiamo nei luoghi virtuali le loro avventure, e li abbiamo visti da vicino sia quest’estate nei giardini di Castel Sant’Angelo (in una serata organizzata con il collettivo di scrittura Spaghetti Writers) che pochi giorni fa alla libreria Assaggi, avendo modo di apprezzare sempre di più il loro coraggio nelle scelte editoriali. Poco dopo, nemmeno a dirlo, si è materializzato proprio David Valentini di Spaghetti Writers, ed è stata una bella sorpresa incrociarsi casualmente tra la folla. Passando da Iperborea, con la sua voce roca e affabulante Long John Silver ci ha chiamati, costringendoci a far salire sulla nostra nave l’ultimo capitolo delle sue avventure. Poi è stata la volta di Tunué, dove la nostra curiosità ha vagato tra i titoli di fumetti e non, arrivando a scegliere Memorie a 8bit e abbandonando a malincuore tanti titoli di Paco Roca.

Le energie si stavano esaurendo, ma l’entusiasmo ci ha fatti trascinare in giro ancora un po’, e qui il mio budget ha subito un duro colpo. Attratta irrimediabilmente da Storia del Giappone e dei giapponesi – che adocchiavo da tempo – ho subìto il richiamo delle sirene, che hanno assunto le sembianze delle edizioni Lindau: il richiamo del ragazzo al loro stand, dalla parlantina intrigante e il piglio perfetto del venditore, ha fatto capitolare quel briciolo di volontà che albergava ancora in me, infilando nelle mie tasche non solo Giappone e giapponesi, ma anche Pralève e altri racconti di montagna di Lalla Romano (su cui ho parecchie aspettative visti i commenti molto positivi letti in giro sul web). Ma c’è di più. Appena Marco M. ha preso in mano Parole nella polvere di Máirtín Ó Cadhain, l’uomo della Lindau ha pronunciato la fatidica frase: “questo è un libro completamente folle” e, nemmeno a dirlo, ha sbaragliato qualsiasi possibile resistenza. Arrivati a quota tre titoli in un colpo solo, siamo scappati a gambe levate per il terrore di smarrire qualsiasi freno inibitore.

A proposito di navi e storie marinaresche, allo stand della Bao ci siamo concessi anche Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi, con tanto di bel disegno e dedica degli autori. L’entusiasmo di Marco M., che ha già divorato il volume definendolo un capolavoro, credo lo renderà una delle mie imminenti letture.

Essendo ormai l’ora di Diego Bianchi e del gruppetto di Propaganda Live – ultimo evento in programma nella nostra tabella di marcia – abbiamo riguadagnato un posto in fila per ascendere alla Nuvola, nel frattempo diventata rossastra, ma solo Marco S. ha resistito alla fatica finale conquistando la vetta. E così, si è conclusa la nostra avventura.

Tante storie, un filo conduttore

Al termine di questo lungo sproloquio, in cui avventure personali si mescolano ad acquisti letterari e incontri autentici, mi sembra di scorgere un filo conduttore. Quella moltitudine di persone, che potrei chiamare gente se il termine non mi suonasse qualunquista e riduttivo, di cui brulica il mondo dell’editoria più a misura d’uomo. E l’emozione vissuta uscendo dai luoghi virtuali – dove spesso seguiamo le vicende degli editori citati e di tanti altri –, scaturita dal sentire le loro voci, ascoltare le loro parole pronunciate, da cui emergono le persone dietro ai personaggi e ai fenomeni.

Da questi incontri, fonti di fertili relazioni, ho rifatto il pieno di tutta l’energia che la giornata ha consumato. Le facce stanche di coloro che per cinque giorni hanno abitato gli stand mi ha trasmesso nettamente la fatica nascosta dietro alle pagine tanto amate, ma vedere centinaia di mani sfogliare libri di carta e incrociare tantissime famiglie con bambini entusiasti al seguito, mi ha infuso un po’ di fiducia verso un mercato che è fin troppo spesso in calo. E mi auguro che la stessa sensazione sia arrivata anche agli addetti ai lavori. I dati pubblicati in questi giorni premiano la manifestazione e registrano per il 2017 una crescita per piccoli e medi editori, fatto per cui non si può che gioire. Noi di certo abbiamo dato un bel contributo alle vendite e ci siamo dovuti frenare per non fare qualcosa di più. 🙂

Più Libri più Liberi, per me come lettrice, è stato questo: un incontro con autori, editori, sceneggiatori, disegnatori e con tutte le altre figure professionali che lavorano affinché le storie possano entrare nelle vite di tutti noi. Questo è vero sempre, ma mi appare tanto più vero in un’occasione come questa, in cui sotto ai riflettori c’è la piccola e media editoria: un mondo in cui spesso mi sembra di non vedere solo editori, ma vere e proprie case editrici.

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