Sono utili i corsi di scrittura creativa?

Sono utili i corsi di scrittura creativa?

Obiettivi dei corsi di scrittura
Per valutare se i corsi di scrittura sono utili, bisogna chiarire che obiettivi prevedono.
Ho distinto tre tipologie di scuole e corsi di scrittura presenti in Italia in base agli obiettivi, offrendo degli esempi senza pretesa di esaustività. Per offrire informazioni più complete, ho privilegiato scuole e corsi che forniscono, nel proprio sito, durata, possibilmente monte ore, e costo, oltre a indicazioni su requisiti e prove di ammissione, programma, docenti, certificazioni finali. In base a questo criterio ho escluso scuole che ritenevo interessanti o presso le quali ho seguito anch’io dei corsi. Ho considerato solo la scrittura di romanzi e racconti.
Non offro una valutazione, in quanto non sono in possesso di dati oggettivi e statistici per farlo. Questa non è una ricerca, ma un abbozzo di categorizzazione per mostrare le differenze dell’offerta formativa.

Uno. Corsi da 1 a 3 anni, con l’obiettivo di formare delle figure professionali che abbiano a che fare con la scrittura, come ad esempio: giornalista, redattore, lettore editoriale, editor, ufficio stampa, copywriter, web content manager, storyteller, scrittore, sceneggiatore. Sono corsi a tempo pieno, prevalentemente indirizzati ai giovani. Questi non sono solo corsi di scrittura, ma percorsi certificati per preparare gli studenti ad affrontare i molteplici aspetti di professioni legate alla scrittura.
La Scuola Holden di Torino propone due percorsi. Original, della durata di 2 anni, costa € 10.000 all’anno. Academy dura 3 anni, il costo è sempre di € 10.000 annui.
Lalineascritta di Napoli organizza, in collaborazione con UNISOB Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il Master Universitario post-laurea SEMA: Mestieri della scrittura e dell’editoria dall’artigianato al digitale che dura 1 anno, per un totale di 1500 ore, e costa € 4.900, più tassa diritto allo studio (da € 120 a € 160, a seconda del reddito), più imposta di bollo.

Due. Corsi dagli 8 ai 18 mesi, con gli obiettivi di fornire delle competenze per la scrittura di un romanzo, o una raccolta di racconti, e di mettere in contatto i corsisti con il mondo editoriale per un’eventuale pubblicazione. Sono generalmente corsi che si svolgono nei weekend e quindi frequentabili da persone che lavorano e intendono perseguire il proprio interesse verso la scrittura. Questi sono corsi specifici per scrivere ed eventualmente pubblicare un libro.
Belville di Milano organizza una Scuola annuale di Scrittura (a tempo pieno), da novembre a giugno, per un totale di 600 ore, dal costo di € 3.900 € (IVA esclusa).
La Scuola del libro di Roma organizza Scrivere un libro, Corso biennale di scrittura, della durata di 18 mesi. La quota di partecipazione è di € 2.600.
KiteEdizioni di Padova organizza un Master di Scrittura creativa e storytelling, corso in tecniche della narrazione, scrivere un romanzo, della durata di 1 anno, per un totale di 140 ore. Costa € 2.500.
Anche la Lalineascritta propone Viaggio al termine del romanzo per la scrittura di un romanzo.

Tre. Corsi da 1 mese e mezzo a 3 mesi, espandibili in più moduli, con l’obiettivo di fornire delle competenze per la scrittura di testi generalmente brevi. Sono spesso corsi serali, ma anche giornalieri, che attirano quindi partecipanti che abitano nelle vicinanze della sede del corso, oppure workshop intensivi nei weekend anche per chi abita più distante, frequentabili da chi lavora ed è interessato alla scrittura. Questi sono corsi brevi introduttivi, che prevedono moduli di approfondimento.
La Scuola di scrittura Omero di Roma offre un corso di Narrativa primo livello, di 20 ore, al costo di € 400. Sono previsti un secondo e un terzo livello e altri corsi di scrittura.
L’UPTER, Università popolare di Roma, offre un corso di Scrittura creativa di 22 ore, al costo di € 180. Sono previsti laboratori di primo e secondo livello e altri corsi di scrittura.
La Scuola Holden, Lalineascritta, Belville, la Scuola del libro organizzano anche corsi e stage brevi. La Bottega di narrazione di Milano propone un corso a metà tra la seconda e la terza tipologia di corsi di scrittura.
L’Arci di Treviso organizza un corso di Scritture creative: il racconto, della durata di 13.30 ore, al costo di € 95. Sono previsti approfondimenti sullo stile e su specifici aspetti testuali. Dalla mia esperienza decennale come insegnante di questo corso, qualche studente continua a scrivere, ma la difficoltà maggiore è instaurare una pratica costante. Molti infatti non cercano dopo il corso uno stimolo alla scrittura partecipando ad altri corsi, a concorsi letterari o inviando i propri racconti a riviste. Spesso il risultato più duraturo, a detta degli studenti, è di aver imparato a leggere con maggiore attenzione.
A mio avviso, i corsi che rientrano nella terza tipologia, gli unici di cui abbia esperienza diretta come studente e docente, possono prefiggersi gli obiettivi di insegnare a: 1) leggere testi di autori significativi in modo più approfondito e in funzione alla scrittura; 2) instaurare l’abitudine alla costanza di scrivere; 3) strutturare una storia; 4) prestare attenzione allo stile; 5) confrontarsi con l’insegnante e i colleghi, tramite il commento e l’editing dei racconti per la revisione; 6) comprendere e condividere un linguaggio teorico comune costituito da concetti come, ad esempio, personaggio, trama, incipit, svolta narrativa, sostantivo, verbo, aggettivo, frase, paragrafo, virgola, punto di vista, narratore, descrizione, dialogo, e così via.

Con un corso di scrittura non si diventa scrittore, non è garantito che si scriveranno testi significativi o che i propri racconti o romanzi verranno pubblicati. Nessuna scuola o corso può farti diventare Vargas Llosa o Calvino o Simenon. Come nessun corso più farti diventare Vivaldi o Vermeer o Fellini o Maradona. Forse, considerando questo genere di obiettivi, qualcuno pensa che i corsi di scrittura creativa siano inutili. Ha ragione, questi obiettivi sono irrealistici.

Cosa si può insegnare?
Si insegna arte, dalla pittura alla scultura, nelle Scuole d’arte, nei Licei artistici e nelle Accademie. Si insegna musica nelle Scuole di musica e nei Conservatori, e non solo si impara a suonare uno strumento interpretando la musica scritta da altri, ma si insegna anche a comporre musica. Si insegna cinema, dalla sceneggiatura alla regia, nelle Scuole di Cinema. Si insegna danza all’Accademia del Teatro la Scala, e si impara non solo a danzare ma anche a creare coreografie.
Queste discipline implicano non solo una conoscenza delle tecniche, ma anche un contributo creativo. Sono infatti attività artistiche come la scrittura. Ci sono istituzioni preposte al loro insegnamento. Cos’ha la scrittura di così speciale che secondo qualcuno non può essere insegnata? Forse il problema sono gli obiettivi irrealistici citati sopra. Forse, inoltre, c’è il sospetto che la creatività non si possa insegnare. Ma allora perché questo vale per la scrittura, ma non per l’arte e la musica?

Si può insegnare la creatività?
Se pensiamo che l’insegnamento si riduca a una serie di istruzioni precise per raggiungere un risultato, una sorta di ricetta con un procedimento e degli ingredienti, allora la creatività non si può insegnare. Di fatto, la creatività non si insegna, si stimola.
La creatività, l’ispirazione, l’intuito, l’illuminazione si incoraggiano senza la certezza di quando e se ci sarà un risultato (ahimè), a differenza di una serie di istruzioni che presuppone un tempo e un risultato sufficientemente garantiti, a parte gli imprevisti.
A mio avviso, si risveglia la creatività con l’esperienza specifica, costante e ampia, di lettura e di scrittura. La lettura di opere significative deve essere mirata alla produzione di testi, ovvero si deve cercare di rubare il mestiere agli scrittori, introducendo successivamente soluzioni personali e originali. La scrittura consiste nell’esercizio continuativo e nella riflessione sui contenuti e la lingua dei testi. La riflessione sui nostri scritti non è però sufficiente, abbiamo bisogno anche del confronto con altri scrittori, aspiranti e più esperti, per ricevere commenti e editing dei testi da un punto di vista diverso dal nostro, comprendendo così meglio caratteristiche, pregi e difetti della nostra scrittura.
Per ogni forma d’arte, compresa la scrittura, e per altre attività che richiedono creatività, è inoltre necessaria un’esperienza generale di vita. Forse questo tipo di esperienza è meno importante per la creatività matematica o tecnologica di hacker, nerd smanettoni del computer, meccanici, ingegneri. L’esperienza di vita vissuta non può chiaramente essere realizzata in un corso, ma dev’essere un obiettivo generale della persona, e implica lo sviluppo della propria sensibilità, umanità, curiosità, percezione, interesse, in relazione alla realtà dentro e fuori di sé. Queste qualità, che uno scrittore dovrebbe coltivare, sono a mio avviso necessarie per produrre dei contenuti significativi. Un corso non può essere esperienziale in questo senso, ma può esserlo nel senso specifico della lettura e della scrittura.

Il talento
Oltre all’esperienza specifica di lettura e scrittura, e generale di vita, la creatività necessita anche talento. Una delle obiezioni di chi crede che i corsi di scrittura siano inutili è che si ha talento per scrivere oppure non lo si possiede. Essendo il talento innato, cercare di insegnare a scrivere a chi non ha talento è inutile, d’altra parte, chi ha talento non ha bisogno di qualcuno che gli insegni ciò che sa già fare naturalmente.
Innanzitutto però, il talento, ovvero l’inclinazione e la capacità verso un’attività come la scrittura, non si basa sulla contrapposizione tra avere talento e non averlo, ma si applica senza soluzione di continuità. In altri termini, il talento non è bianco o nero, ma copre una serie di tonalità di grigio. Basta entrare in una libreria. Tutti gli autori pubblicati hanno lo stesso talento? Probabilmente no. Eppure una parte ha una quantità sufficiente di talento per produrre delle opere interessanti, significative o d’intrattenimento.
Inoltre, il talento è un’inclinazione, non semplicemente una capacità e, se non viene coltivato, non porta ai risultati sperati. Anzi, può venir sprecato a causa di condizioni ambientali sfavorevoli o di carenze personali che impediscono il pieno sviluppo delle proprie abilità. Ovvero, bisogna far fruttare il proprio talento, come insegna la parabola biblica dove il servo che nasconde sotto terra la propria moneta, il talento, viene punito, mentre il servo che investe il proprio denaro viene premiato. Fuori di metafora, non è sufficiente possedere un talento, ma è necessario svilupparlo, esercitarsi, sperimentare, metterlo alla prova per conseguire dei risultati. È necessario quindi coniugare il talento con l’esperienza e l’esercizio. Il romanzo straordinario che rimane in un cassetto mentale non è un libro, è solo un talento sprecato.
A mio avviso, quello a cui un corso di scrittura dovrebbe puntare è che ogni corsista cerchi di arrivare al meglio di se stesso. Se alla fine i risultati fossero troppo deludenti, allora si arriverà alla conclusione che una persona è meno portata per la scrittura. Un esempio personale. Durante le elementari, nel coro della scuola, il maestro di canto chiudeva con due dita le labbra ai bambini che stonavano. Ero uno di quelli. Ho partecipato al coro cantando in playback! Da adulto, ho provato a frequentare a un breve corso di canto per accompagnare un’amica. Ero l’ultimo della classe, non riuscivo a prendere le note, facevo stonare gli altri. La conclusione è che non sono dotato nel canto o, per metterla in un altro modo, che dovrei fare molta fatica e molto esercizio per raggiungere dei risultati comunque scarsi. Poiché non ero così fissato o appassionato o entusiasta del canto, non ho frequentato altri corsi.

È necessario seguire un corso di scrittura per scrivere?
Ovviamente no. Seguire un corso non è necessario neppure per pubblicare i propri racconti o romanzi. Quando non esistevano corsi di scrittura, il salotto letterario svolgeva la funzione di mettere a confronto gli aspiranti scrittori con altri esordienti e con scrittori affermati per riflettere sulle letture fatte e commentare i testi prodotti. Ora Internet può mettere in contatto persone con l’interesse comune per la scrittura che abitano in città relativamente distanti.

Conclusioni
Sono utili i corsi di scrittura creativa? Lo sono in relazione e limitatamente agli obiettivi che propongono. Possono fornire indicazioni, più o meno approfondite, sulla pratica della scrittura, incentivare la lettura critica e la produzione di testi. Eventualmente preparare a una professione.
D’altra parte, la passione, la costanza, l’esperienza di vita e un certa dose di talento sono necessari per raggiungere dei risultati apprezzabili.

Copertina di Andraz Lazic (dettaglio) in Unsplash

4 pensieri su “Sono utili i corsi di scrittura creativa?

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