Copertina ItaliansBookitBetter

Intervista a ItaliansBookitBetter

Tra pochi giorni ItaliansBookitBetter sarà presente con due rubriche fisse sul nostro blog. Ormai la conosciamo da un po’ e ci piace molto il suo sguardo e la sua attenzione ai nuovi autori, per questo le abbiamo chiesto di collaborare con noi, e per questo ve la presentiamo con un’intervista, in cui abbiamo invertito i ruoli, chiedendo a lei di raccontarsi.

Quando intervistiamo degli autori la prima domanda che facciamo è “perché scrivi”. A te chiediamo “perché leggi”? Spesso si dà come attività scontata ma essendo ormai noto che esistono case senza libri, non lo è affatto…

La mia era una casa senza libri. O meglio in casa mia c’erano solo tre libri: Heidi, un libro di favole con dei gattini in copertina dove spesso alle storie mancava un finale perché i miei fratelli più piccoli ne avevano strappato diverse pagine, e una vecchia edizione di “Amore senza fine” di Spencer Scott, che probabilmente ho letto prima di quando avrei dovuto. Ho frequentato scuole tecniche e studiato economia all’università. La mia educazione letteraria è stata confusionaria e con molte lacune. I miei non leggevano, i miei amici leggevano poco o niente e a scuola non ho mai trovato prof che ci insegnassero la lettura dei romanzi quindi non lo so perché leggo. Credo per pudore. Sono sempre stata molto timida ma allo stesso tempo molto curiosa. Mi piacciono le persone e le loro storie e una parte di me se potesse chiederebbe ad ogni persona che incontra di raccontarsi. Ho troppo pudore però per invadere le vite degli altri allora mi sono rifugiata nei libri per avere le risposte e farmi domande. Come ogni lettore, spio.

La narrativa straniera riscuote in genere maggiore successo, come mai tu hai scelto di focalizzarti su quella italiana? Cosa ha secondo te di “migliore”?
Mi sono avvicinata alla lettura da sola per curiosità e per capire alcune cose che accadevano dentro di me e intorno a me. Credo che la narrativa italiana sia riuscita meglio di altre a chiarirmi alcune cose semplicemente perché a me più vicina.

Dicci la verità, leggi solo libri italiani? Se ne leggi, tra gli autori stranieri chi ti piace leggere?
No, non leggo solo italiani ovviamente. Leggo quello che m’incuriosisce e non mi affeziono agli scrittori ma ai libri. Solitamente leggo narrativa straniera pubblicata da case editrici indipendenti perché mi piace il loro lavoro di ricerca e la riproposta di alcuni romanzi. Sto leggendo “Materia prima” di Jörg Fauser (L’Orma editore).
Ultimo libro letto: “La Stanza di Giovanni” di James Baldwin (Fandango)
Libro preferito: “Ho paura torero” di Pedro Lembel (Marcos Y Marcos)
Prossimo acquisto: “Io sono una” di Una (Add editore)

Sappiamo che tu fai tutto da sola. Cosa ti ha spinto a mettere su ItaliansBookitBetter?
Nella vita mi occupo di tutt’altro. Avevo bisogno di prendere aria e l’ho fatto con una delle cose che più mi piace: la lettura.

Il tuo progetto è nato in sordina ma ultimamente notiamo che è cresciuto molto. Ce lo racconti, da quando era solo nella tua immaginazione a oggi?
Ci pensavo da anni ma non avevo il coraggio di farlo. Alcune lettrici in un gruppo wa dove ci scambiamo consigli di lettura, mi fecero notare che le mie letture erano prevalentemente italiane e di come invece la narrativa italiana fosse quasi del tutto sconosciuta per loro. La scelta di restringere il campo agli italiani è nata perché ho notato che effettivamente sono meno letti, e per darmi un ordine in un campo molto vasto come quello dei libri e dei blog letterari. Il nome ItaliansBookitBetter è venuto quasi subito. Me lo sono rigirato nella testa per mesi insieme a idee per possibili rubriche, letture e recensioni.

Quando il blog è diventato un pensiero ingombrante ho deciso di cedere e crearlo con le relative pagine social. I primi mesi ho studiato la situazione. Postavo citazioni o articoli di altri. Ci ho messo sei mesi per postare il primo articolo, dieci mesi per la prima recensione e quasi un anno per rendere pubblico chi c’era dietro al blog. Nel frattempo sono partite alcune collaborazioni con altre blogger (Book BloggersBlabbering) e ho avuto modo di stringere rapporti con le riviste e alcune case editrici. Ho avviato una serie di interviste a case editrici indipendenti e a riviste perché sono curiosa di conoscere le dinamiche e i meccanismi che ci sono dietro quello che leggo. La rubrica sui racconti della settimana letti sul web ha aperto strade che non avrei mai immaginato ma che non vedo l’ora di percorrere. Mi piace la libertà che il blog ti offre e i possibili incastri che si creano grazie al web. In questi giorni riflettevo su possibili cambiamenti di IBiB, su come realizzarli e su quale sia la strada da intraprendere. Vorrei che ItaliansBookitBetter fosse uno spazio condiviso in cui poter ospitare punti di vista diversi dal mio e aprire un dialogo.

Come scegli i libri che leggi? Dai più peso alle recensioni online, al passaparola…
Vado in libreria e passo molto tempo tra gli scaffali. Sfoglio i libri, leggo l’esergo, l’incipit e i ringraziamenti e mi lascio guidare dal mio istinto. Tenere i social fuori da questa scelta è quasi impossibile ormai perché di sicuro quel libro o la sua foto l’hai già incontrato sul web. Mi fido molto di alcune persone e dei loro consigli. Le recensioni le leggo solo dopo aver letto il libro perché non voglio farmi influenzare o incappare in qualche anticipazione.

Racconto o romanzo, la vecchia (e speriamo superata) dicotomia. Tu come ti poni?
Li leggo entrambi, anche se la percentuale dei romanzi nella mia libreria è decisamente più alta.

Se dovessi consigliare 3 libri italiani da leggere assolutamente quali sceglieresti?
Tre sono troppo pochi!!! A parte gli scherzi visti gli ultimi sviluppi politici e sociali io consiglierei a tutti di leggere i libri di Alessandro Leogrande. Sto leggendo “Uomini e caporali” e ho letto “La frontiera” e mi sono promessa di leggerli tutti questa estate. Credo che la lettura e la cultura possano essere strumento di partecipazione politica e sociale e adesso abbiamo un gran bisogno della sua visione e della sua grazia nel raccontare il reale, le vite che sono accanto alla nostra ma che ci ostiniamo a non vedere. Scegliere di informarci, di avere un pensiero critico e di porre al centro l’essere umano potrebbe sembrare scontato ma non lo è.

Tra poco sarà assegnato il Premio Strega. Se hai letto i libri arrivati alla fase finale, ci anticipi chi voteresti? 

Ho letto “La madre di Eva” di Silvia Ferreri (Neo Edizioni), “Il gioco” di Carlo D’Amicis (Mondadori) e“Anni luce” di Andrea Pomella (Add editore). Sono solo tre su dodici troppo poco per dare un voto. Sono molto felice però per la presenza di case editrici indipendenti e per il fatto che quest’anno non ci sia un vincitore annunciato. Non so cosa aspettarmi e questo mi piace.

Da quello che sappiamo, tu leggi molta narrativa online. Che rapporto hai con questo mondo variegato, sfaccettato e spesso anche molto frammentato?
Credo che a differenza dei libri che hanno dei tempi lunghi, tra scrittura e pubblicazione, i racconti sul web riescano maggiormente a fotografare il nostro tempo e i suoi cambiamenti, che sono veloci e repentini. Preferisco le riviste e i collettivi o litblog perché c’è dietro anche un lavoro di collaborazione che credo sia fondamentale per la qualità delle idee e della scrittura. Anche sul blog posto spesso i racconti che mi sono piaciuti tra quelli letti in rete. È un lavoro che porta via molto tempo a causa della frammentazione dell’offerta e della scarsa reperibilità dei racconti. Credo sia un buon momento per le riviste, forse anche grazie all’apporto dei social, il panorama è variegato, vivo e in continua crescita. Bisognerà capire se saranno l’ennesima chimera o porteranno nuova linfa nel panorama letterario italiano. Io lo spero e intanto leggo.

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